Se non sbaglio il benelli M4 non è un fucile a pompa ma solo un semiautomatico. Se non si ha l’esigenza di sparare cartucce semi-letali, in gomma e per impieghi speciali, l’azione manuale a pompa perde di significato. Oggigiorno i semiauto sono in grado di sparare praticamente tutti i tipi di cartucce standard del 12 e del 12 magnum. Dubito comunque che uno si metta a difendersi con delle leggere 24 grammi da piattello, con le quali il mio beretta inerziale aveva qualche problema (se lo si teneva troppo fermo…)
Il benelli M3 com’è noto ha funzionamento bimodale (semiauto e a pompa) e questo, a mio modesto parere, rappresenta una complicazione meccanica. Con i primi modelli di M3, inoltre, a volte sparando a pompa si aveva per effetto del rinculo l’apertura del blocco dell’astina e ci si ritrovava con il fucile in apertura. Poi mi pare che abbiano risolto l’anomalia, cambiando il blocco, ma non mi sono più documentato. Comunque il fucile M3 “bimodale” serve, quando serve, a coloro che ne hanno uno specifico bisogno e su questo non discuto.
I fucili a pompa sono semplici per definizione. Nel loro uso si notano poche differenze (ad esempio la mancanza di disconnettore, o la posizione della finestra di espulsione, ecc). Astraendo da tutte le caratteristiche che possono essere comuni e che quindi non fanno testo (come i materiali, o le calciature in legno o in tecnopolimero, le finiture matt militari o brunite lucide o cromate, ecc), le differenze si possono concentrare in alcune particolarità costruttive.
Ad esempio la posizione della finestra di espulsione: alcuni l’hanno inferiore, la stessa da dove si carica (modelli ithaca, browning BPS) e altri laterale, nella posizione più comune. Scarterei i primi perché (parlo per esperienza personale) risolvere un inceppamento in caso di caricamento ed espulsione inferiore diventa un problema.
Poi, una caratteristica importante è l’asta di rinvio, che può essere singola o doppia: è evidente che nel secondo caso, avendo due aste simmetriche, il portaotturatore è maggiormente guidato nei movimenti e con il tempo meno soggetto a prendere giochi laterali, senza contare l’azione più fluida soprattutto in caso di sporco.
Detto questo, il winchester 1300 defender se non erro, pur avendo un’ottima chiusura a testina rotante, ha una sola asta di rinvio.
Il mossberg 500 – 590 invece ha una doppia asta di rinvio, come del resto il remington 870. Entrambi poi hanno solide chiusure a chiavistello.
Qui se mi permetti vorrei aggiungere un quarto contendente, più che altro per averlo da diversi anni, usato ed abusato: si tratta di un Fabarm, italianissimo prodotto che anni fa (quando l’ho comprato io) era praticamente semi-sconosciuto, in quando tutta o quasi la produzione veniva esportata in germania e negli states. Si tratta di armi di ottima qualità, ben rifiniti e dall’affidabilità proverbiale: non ho mai avuto un inceppamento nel mio “martial” 20”, e neppure un mio collega con lo “sdass” 8 colpi. A riprova di quanto da me affermato, se le cose non sono cambiate mi pare che i nostri fabarm negli stati uniti vengano commercializzati dalla Heckler und Koch…e se i tedeschi si fidano talmente di un prodotto italiano da venderlo con il proprio distributore, è segno che si tratta realmente di ottime armi. Doppia asta di rinvio, chiusura a blocco oscillante su prolungamento della canna, canna e camera cromate, receiver in lega leggera, calcio in tecnopolimeri e finitura matt…
Comunque, confermo, si tratta di differenze minime e stante la qualità dei prodotti oggi in circolazione si può parimenti dire che la scelta può essere meramente estetica e personale. Tra quelli che hai citato, io opterei per il remington 870.